Incursioni nei webinar via Zoom per la Giornata della Memoria, insulti e inni al Duce e Hitler mentre parlavano i relatori, offese agli ebrei e antisemitismo. Otto mini hacker denunciati dalla procura di Milano con una serie lunghissima di accuse. E ipotesi di reato che vanno dall’accesso abusivo a un sistema informatico fino all’istigazione a delinquere per discriminazione razziale, etnica e religiosa. Loro – un 21enne e sette minorenni – si sono giustificati: soltanto una “ragazzata”. Ma l’obiettivo secondo gli inquirenti era “sabotare” convegni organizzati dalle associazioni pro Israele (o dalle scuole) sull’olocausto.
I blitz nei webinar sul Giorno della Memoria
Martedì mattina la Polizia di Stato ha infatti eseguito otto decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti ragazzi accusati di essersi introdotti abusivamente, per offendere gli ebrei, in due convegni per il Giorno della Memoria. Due gli episodi contestati agli otto cyber-bulli. Il avviene la sera 26 gennaio 2021, quando l’Associazione Italia Israele di Venezia organizza un pubblico convegno in diretta streaming. L’evento intitolato “Eludere il significato della Shoah: memoria collettiva e razionalità sociale” fin da subito registra l’intromissione di voci di più persone. Frasi inneggianti al Duce, offese contro gli ebrei e bestemmie, accompagnate da musica tipica del ventennio fascista.
Antisemitismo su Zoom nel convegno della scuola
La seconda intrusione ha luogo nella mattinata del 4 febbraio 2021, sempre in occasione delle commemorazioni per la Giornata della Memoria. Il Comune di Cinisello Balsamo organizza tre incontri didattici in streaming intitolati “Lo zaino della memoria” e rivolti agli studenti. Al terzo incontro, alla videoconferenza accedono le solite voci con frasi inneggianti al Duce e a Hitler, ingiurie contro gli ebrei, bestemmie e marcette fasciste.

La Digos risale ai device: la chat “Zoommannari”
L’attività investigativa, focalizzata sulle analisi dei file di log associati agli account della piattaforma Zoom da cui erano partite le incursioni audio e video, ha consentito la localizzazione dei device. Le perquisizioni successive hanno permesso alla Polizia di Stato di individuare, all’interno di diversi nuclei familiari, gli utilizzatori degli apparecchi elettronici sottoposti a sequestro. Si tratta di un 21enne e sette minorenni che interagivano in una chat su Telegram denominata “zoommannari”, che al momento non risulta più attiva. Una chat pero’ già fonte di altri episodi simili noti alla Polizia di Stato, e nella quale gli autori condividevano le azioni di hackeraggio e cyber bullismo portate a termine con successo.
La difesa: “No antisemitismo, solo una ragazzata”
Quasi tutti i ragazzi coinvolti, che pure non appartengono a gruppi politicamente orientati, hanno ammesso di aver compiuto un gesto goliardico, minimizzando le conseguenze della loro azione. Spiegazione che non ha impedito agli inquirenti, coordinati dal capo del pool antiterrorismo di Milano Alberto Nobili, di denunciarli.