L’aveva inaugurata nel 2017 il critico d’arte ed ex assessore milanese Philippe Daverio ed era meta per gli appassionati d’arte di Milano e della Lombardia. E’ finita miseramente la Cattedrale Vegetale di Lodi, realizzata su progetto postumo dell’artista lombardo Giuliano Mauri, l’architetto del verde. Martedì alle luci dell’alba i resti della monumentale opera costituita da 108 pilastri di legno da 18 metri e’ bruciata in un rogo doloso in riva all’Adda.
Rete tagliata e liquido infiammabile
I vigili del fuoco sono intervenuti alle 5.15 quando le fiamme dell’opera d’arte erano gia’ alte. L’incendio e’ sicuramente doloso. Gli autori sono arrivati attraverso la pista ciclabile lungo il fiume Adda, hanno tagliato la recinzione con una cesoia e, una volta dentro, hanno cosparso le tonnellate di legno con liquido infiammabile prima di dar loro fuoco. La rete infatti e’ stata trovata tagliata e intorno alla catasta i vigili del fuoco hanno rinvenuto delle bottiglie, riempite probabilmente con alcol o benzina.
Cattedrale Vegetale, un’opera discussa
Con l’incendio di martedì finisce nel peggiore dei modi una delle opere piu’ discusse degli ultimi anni. Il progetto era stato finanziato con 115mila euro dalla Regione Lombardia per essere realizzato come opera collegata all’Expo di Milano 2015. Ma la sua realizzazione era avvenuta un anno dopo la chiusura dell’Expo. Costata in totale 300mila euro (oltre ai fondi regionali, donazioni private) la Cattedrale di alberi venne inaugurata il 23 aprile 2017 da Philippe Daverio, principale sponsor dell’opera.
Un luogo sacro con 108 colonne alte 18 metri
Il disegno del suo autore Giuliano Mauri, esponente del movimento Art in Nature morto nel 2009, prevedeva la realizzazione di un edificio sacro costituito da 108 alberi di quercia disposti in cinque navate gotiche. Ogni albero era protetto da un pilastro di legno alto 18 metri. L’intenzione dell’artista era la creazione di luoghi sacri che seguissero, nell’arco di trent’anni, il ritmo della natura. La Cattedrale in riva all’Adda era la seconda opera naturale, per grandezza, in Italia.
Inaugurata da Daverio, visitata da migliaia di turisti
L’opera aveva subito richiamato decine di migliaia di visitatori, in prevalenza da Milano, dalle altre province lombarde e durante l’estate 2017 anche dal resto d’Italia e dall’estero. Nell’autunno, a causa di mancata manutenzione e di difetti di costruzione, alcuni pilastri avevano iniziato a cedere dopo una tromba d’aria. Pochi mesi piu’ tardi circa il 90 per cento dell’opera era collassato. Nel dicembre 2019 il Comune di Lodi aveva decretato l’abbattimento dei pesanti pilastri, accatastati poi in un’area recintata, e riaperto da pista ciclabile di accesso. Il rogo di martedì mattina ha completamente distrutto cio’ che restava dell’opera.