Una donna rimasta senza soldi e senza cibo in casa. Un 70enne con problemi respiratori soccorso e portato in ospedale. Non ci sono solo denunce ai furbetti dell’isolamento da Covid-19, da parte dei ghisa milanesi. Ma anche storie di quotidiano degrado, o di solitudine, per una volta finite nel migliore dei modi grazie all’intervento degli agenti.
Quarantena, 70 i “furbetti” denunciati
A riportarlo sono gli stessi organi della Polizia Locale di Milano, che da inizio pandemia hanno avviato servizi di controllo per verificare il rispetto delle normative Covid-19 da parte dei soggetti positivi costretti alla quarantena. I furbetti, purtroppo, ci sono. Anche se stando ai numeri forniti da Palazzo Marino rappresentano una minoranza. Da inizio pandemia ad oggi la Polizia locale ha effettuato 26.400 contatti telefonici per verificare che le persone rispettino la quarantena. Altri 7.500 i controlli domiciliari, per un totale di 70 cittadini denunciati all’Autorità giudiziaria per non aver rispettato le norme. Positivi trovati in giro tranquillamente, con il rischio di diffondere il contagio.
“Non ho da mangiare”. I vigili le fanno la spesa
In diversi casi, pero’ , gli agenti della Polizia locale si sono attivati direttamente per prestare soccorso a persone in difficoltà. Uno di questi episodi e’ emerso durante un controllo a fine agosto. Il colloquio telefonico con una residente ha fatto emergere una situazione di grande disagio. La donna non aveva piu’ cibo in casa e non sapeva come sfamare sé e il figlio. Gli agenti hanno immediatamente avviato il contatto con “Milano Aiuta”, per poi provvedere personalmente a fare le spesa e a portarla a casa di madre e figlio per superare i primi giorni.
Ha il Covid-19, un’agente lo soccorrre
A metà settembre, invece, grazie alla telefonata a un cittadino di 70 anni, in quarantena domiciliare per positività, un’agente ha scoperto che aveva saturazione bassa e difficoltà respiratorie. In un primo momento, però, l’uomo non aveva voluto che venisse chiamato il 118, nonostante l’insistenza della agente. Il 70enne la assicurava di essere in contatto con il proprio medico curante e di avere in casa ad aiutarlo anche la moglie. Preoccupata dalla situazione riscontrata al telefono, la agente ha deciso di ricontattare l’uomo il giorno seguente, per verificare che stesse bene. Non avendo ricevuto risposta ha deciso di inviare una pattuglia a casa del 70enne. Il quale ha risposto al citofono solo dopo numerosi tentativi finalmente l’uomo e ammettendo di trovarsi in gravi difficoltà respiratorie. Gli agenti hanno dunque immediatamente richiesto l’invio di un’ambulanza. Il personale sanitario, constatate le effettive condizioni critiche dell’uomo, lo ha ricoverato d’urgenza al San Paolo. Probabilmente salvandogli la vita.