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domenica 26 Marzo 2023

Droga in carcere e sotto l’aglio, i trucchi dei pusher che rubano ai pusher

I pusher travestiti da carabinieri che pedinavano anche con i gps i clan ”rivali” per poi rubare la droga dai loro covi. Lo spacciatore che continuava a gestire il traffico di droga dal carcere, riuscendo a introdurre illegalmente telefonini non tracciabili. Il camion carico all’inverosimile di hashish nascosto nell’aglio per nasconderlo all’olfatto delle unita’ cinofile anti-droga. Sono solo alcuni dei particolari dell’operazione ”Fusion” dei carabinieri di Monza che mercoledi’ mattina ha smantellato un imponente organizzazione di trafficanti in tutta Italia (oltre 80 indagati).

Il detenuto pusher continuava a gestire il traffico dal carcere

Per Milano e Brianza, su cui ha competenza la Procura di Milano, gli indagati sono in tutto 25. E otto gli arrestati. Uno di loro si trovava gia’ in carcere a Lodi, e proprio dal carcere continuava a seguire gli affari del gruppo grazie ai telefonini fatti entrare di nascosto attraverso le sbarre. L’indagine del sostituto procuratore Riccardo Targetti nasce propio dal traffico di droga gestito dalla casa circondariale. Dalle telefonate del pusher detenuto gli inquirenti hanno scoperto un vasto giro di furti d’auto e all’interno dei garage nel Milanese e nella Brianza a cui pero’ non facevano mai seguito denunce da parte delle vittime.

Irruzioni in casa con falsi distintivi: il furto di droga e il pusher rivale lasciato in casa ammanettato

I carabinieri hanno scoperto che le vittime erano pusher a loro volta, appartenenti a clan rivali. La banda seguiva gli obiettivi pedinandoli, installando segnalatori gps sulle loro auto, scoprendo i loro covi. In diversi casi si travestivano da carabinieri e inscenavano falsi controlli negli appartamenti dei colleghi appartenenti ad altri clan. Una volta dentro, depredavano le vittime della droga trovata in casa. In un caso lasciando il pusher derubato solo in casa, ammanettato.

Ma non erano forze dell’ordine. Era una banda di narcotrafficanti che derubava i colleghi spacciatori dei loro carichi di droga, nascosti in macchine, garage e altri covi sparsi in tutta Italia. Una banda organizzatissima e pericolosa. Avevano falsi distintivi dell’Associazione nazionale Carabinieri, pistole con matricola abrasa, persino un Ak47 Kalashikov comprato sul mercato nero grazie ai guadagni della droga.

In quattro anni un traffico per oltre 800 chili di droga

Guadagni enormi, se si pensa che nei quattro anni d’indagine (la scoperta del pusher detenuto risale al 2017) i carabinieri hanno sequestrato alla banda di narcotrafficanti ”falsi carabinieri” almeno otto quintali di droga. Di questi 745 chilogrammi erano di hashish, 45 di marijuana e 13 chilogrammi di cocaina. Piu’ 642mila euro di contanti, ovviamente sequestrati.

Droga che se immessa sul mercato avrebbe fruttato milioni di euro di guadagni. Emblematico il caso del tir bloccato a Pero dai carabinieri monzesi. I trafficanti avevano cercato di nascondere 313 chili di hashish in bidoni poi ricoperti di aglio e altri generi alimentari. L’intento ovviamente era quello di confondere il fiuto dei cani antidroga. Ma i carabinieri grazie a una segnalazione avevano intensificato l’ispezione del mezzo pesante. Trovando l’hashish suddiviso in panetti da un chilo e sepolto sotto cibo e spezie.

Francesco Gastaldi
Francesco Gastaldi
Giornalista professionista dal 2004, formatosi sulle cronache sportive prima di imboccare la strada della cronaca e della politica. Vent'anni e oltre di redazione al Cittadino di Lodi, iniziando sui campi di calcio della serie D per terminare co-dirigendo il desk di cronaca. Oggi collabora con il Corriere della Sera Milano e associazioni di categoria.

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