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lunedì 25 Settembre 2023

Frode Iva da 30 milioni e un “tesoro” nascosto nel muro: tre arresti

I soldi nascosti dentro un muro, l’evasione da 30 milioni di euro, 70 aziende coinvolte da Milano fino alla Sicilia. E un sistema che permetteva agli imprenditori di evadere l’Iva emettendo fatture fasulle per prestazioni inesistenti. I soldi bonificati agli organizzatori del sistema venivano poi girati nuovamente ai clienti beneficiari, ma trattenendo una “commissione” minima del 5%. Gli uomini della Guardia di Finanza, diretti dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno arrestato tre persone per una maxi truffa sull’IVA di dimensione nazionale. Oltre agli arresti hanno condotto perquisizioni nello provincie di Varese, Milano, Brescia, Como, Monza, Lodi, Pavia, Novara, Treviso e Agrigento.

Iva
L’operazione della Guardia di Finanza

Due anni di indagine: fatture false e commissioni. Il tesoro nel muro con 260mila euro e i Cartier

Due anni di indagine per ricostruire una frode fiscale che, attraverso la costituzione di società “cartiere”, ha permesso agli indagati di emettere ingenti volumi di fatture per operazioni inesistenti. Una ricevuto il pagamento, successivamente provvedevano a retrocedere il denaro in contanti ai propri “clienti” beneficiari delle fatture false, dietro la corresponsione di una provvigione dal 5% all’8% dell’imponibile indicato in fattura. Sono 70 le aziende sotto indagine che, dal 2017 al 2021, hanno beneficiato complessivamente di 30 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti oltre all’IVA indebitamente detratta per 4 milioni di euro.

Nel corso dell’esecuzione del provvedimento, le Fiamme Gialle hanno perquisito abitazioni ed aziende con il supporto di tre unità cinofile “antivaluta” (i cash-dog che fiutano il contante) e scanner di ultima generazione a caccia dei contanti nascosti. Infatti, proprio durante le ricerche i militari hanno trovato oltre 40 carte di credito usate per ritirare il contante. E nascosti in un’intercapedine 260 mila euro in contanti, insieme ad orologi di pregio quali Rolex e Cartier. Un vero e proprio “tesoro” nascosto nel muro.

Frode Iva, le societa’ cartiere sparivano subito

L’indagine parte da alcune segnalazioni per operazioni sospette, in gergo denominate s.o.s., da parte dei finanzieri del Gruppo di Busto Arsizio. Gli investigatori hanno intercettato un’operatività anomala per alcune delle società “missing traders” che limitavano la propria esistenza come “cartiera” a un periodo di tempo brevissimo. Un periodo che serviva solo a creare l’evasione di cui beneficiavano “i clienti” della cartiera medesima, per poi sparire senza lasciare alcuna traccia.

Gli indagati hanno standardizzato una prassi contabile ove le fatture fittizie erano giustificative di bonifici bancari ricevuti dai propri “clienti”. A loro restituivano il denaro contante (corrispondente all’importo indicato nella fattura emessa) al netto di una provvigione variabile costituente il compenso per il “servizio” reso. Il sodalizio, al fine di mascherare il proprio operato reclutava numerosi “prestanome” posti formalmente a capo delle società fantasma.

Un sistema per “ripulire” denaro sporco?

Le indagini hanno smascherato il giro criminale grazie a tabulati telefonici, indagini bancarie, intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video e con apparecchiature gps. La metodologia dei truffatori consentiva a società, attive ed operanti in vari settori merceologici, di conseguire indebiti ed ingenti risparmi di natura fiscale. Deducevano costi e detraevano l’Iva a credito, senza averne diritto, in quanto generati dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Tale sistema permetteva anche a soggetti possessori di ingenti quantità di denaro contante, di dubbia provenienza, di ripulire il denaro reinserendolo nel circuito legale.

Francesco Gastaldi
Francesco Gastaldi
Giornalista professionista dal 2004, formatosi sulle cronache sportive prima di imboccare la strada della cronaca e della politica. Vent'anni e oltre di redazione al Cittadino di Lodi, iniziando sui campi di calcio della serie D per terminare co-dirigendo il desk di cronaca. Oggi collabora con il Corriere della Sera Milano e associazioni di categoria.

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