Mentre impazzano le polemiche sui rave illegali – 10mila giovani per sei giorni nel Viterbese e le 300 denunce per una festa all’aperto a inizio agosto nel Bolognese – emerge oggi la notizia del “festino” privato vietato organizzato a giugno da due promoter milanesi, appena pochi giorni dopo l’uscita dalla zona gialla e comunque con la variante Delta che gia’ incombeva.
Una discoteca “fantasma” con biglietto e buttafuori
Non un “rave” all’aperto, ma una discoteca illegale in villetta quella organizzata da G.F., 44enne imprenditore di Milano con precedenti penali alle spalle, e da V.M., 28enne “pierre” del Milanese. I due non hanno ideato certo l’evento a Milano, preferendo non dare nell’occhio in una zona a prova di controlli nella Bassa Lombardia, a Lodi Vecchio. Una casa lontana da occhi e orecchi indiscreti, in piena zona industriale, presa in affitto da un proprietario del paese (ignaro di tutto secondo i carabinieri), e trasformata in nightclub con tanto di dj, impianto audio all’avanguardia, ticket d’ingresso, bar con vendita cocktail e alcolici, musica ad altissimo volume e buttafuori all’ingresso.

“Festeggiavo il mio ritorno dal Brasile”
Ad accorgersi del dance party illegale una pattuglia di carabinieri che stava effettuando un giro di controllo nella zona artigianale/industriale. Attirata dalla musica ad alto volume si è diretta si è diretta sul luogo. “Stavo festeggiando il mio ritorno dal Brasile dopo un anno di assenza dall’Italia e volevo riunire un po’ di amici”, si è giustificato l’imprenditore milanese di fronte ai carabinieri. In realtà gli oltre cinquanta ospiti trovati a ballare, stipati nella villetta, arrivavano dalla provincia di Milano e altre zone della Lombardia. Tutti avevano pagato il biglietto d’ingresso. Oltre all’evento non autorizzato, illegale anche la somministrazione di alcolici e i due buttafuori, che non sono risultati iscritti ad alcun albo prefettizio. Senza contare il mancato rispetto delle normative Covid: nessuna mascherina, nessun rispetto del distanziamento imposto per prevenire il contagio.
Stangata da diecimila euro
L’episodio, datato 20 giugno, e’ stato ricostruito dopo oltre due mesi di indagini e testimonianze. La Lombardia era uscita dalla zona gialla appena sei giorni prima. E sette giorni dopo a Maleo, in riva al Po, si sarebbe tenuto il primo rave illegale con mille giovani da tutta Italia e ad alto rischio contagio. Severissime le conseguenze per i due organizzatori: diecimila euro di multa e una denuncia per entrambi. L’accusa è quella di aver organizzato un evento pubblico a pagamento senza autorizzazione. Oltre al rischio di contagio di massa, in spregio alle prescrizioni anti Covid. Multati anche i due buttafuori, per aver esercitato la professione senza averne alcun titolo.