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sabato 30 Settembre 2023

Mahmoud resta in carcere, parlano le vittime delle violenze di Capodanno

Era nell’aria da giorni la decisione del gip. Mahmoud Ibrahim, il 18enne fermato due giorni fa per le violenze sessuali nella notte di Capodanno, resta in carcere. Il 18enne si trova da mercoledì a San Vittore e nel primo interrogatorio ha negato di aver preso parte alle violenze “ma di aver solo guardato la scena”. Non gli ha creduto il gip di Milano Raffaella Mascarino che ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare nel carcere milanese. Troppo pesanti sia le prove trovate durante le perquisizioni sia i riscontri sui racconti delle ragazze.

L’impianto accusatorio, costruito sulle indagini della Squadra mobile, del procuratore aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo indica invece che fu proprio Mahmoud a dare il via alle violenze di gruppo. Insieme ad Abdallah Bouguedra, 21enne di Torino, tuttora in carcere e per il quale il legale ha chiesto i domiciliari.

Mahmoud
Il 18enne arrestato dopo le violenze di Capodanno

Il giudice: “Mahmoud ha una spiccata pericolosità”

A differenza da quanto detto dal padre di Mahmoud (“un bravo ragazzo che lavora tutto il giorno”) il giudice scrive che il giovane ha una “spiccata pericolosità”. E ha agito “con modalità da branco per soddisfare le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto della persona“.

Il gip Mascarino ha dunque disposto il carcere, convalidando anche il fermo, per il 18enne. Mahmoud avrebbe innescato l’episodio di violenza sessuale di gruppo su quattro ragazze vicino alla Galleria Vittorio Emanuele II. Invece il gip non ha confermato i gravi indizi a suo carico per il caso, in concorso con il 21enne torinese, dell’aggressione alle due ragazze all’angolo con via Mazzini. Il primo caso assoluto emerso l’1 gennaio, con una 19enne assediata e spogliata da 30 predatori e il cui video e’ circolato per giorni sulla rete diventando virale.

Il primo video della ragazza molestata in via Mazzini

Mahmoud Ibrahim ha dimostrato “una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito” le vittime. Un assedio “con una carica di violenza così brutale che solo grazie all’intervento fortuito di alcuni soccorritori non è sfociato in conseguenze ulteriori e più gravi“. E’ quanto scrive il gip Mascarino nell’ordinanza di custodia in carcere per il 18enne fermato due giorni fa nell’inchiesta sulle aggressioni di Capodanno a Milano. 

”Fermato perché rischiava di inquinare le prove e progettava la fuga”

Il gip contestata a Ibrahim “il pericolo di reiterazione del reato“. “Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza circa la aggressione violenta nei confronti di giovani ragazze”. Aggressione “sfociata in violenza sessuale di gruppo in cui” il branco ha “agito con la consapevolezza di poter approfittare dei festeggiamenti per il Capodanno per garantirsi l’impunità“. La presenza di Ibrahim “unitamente a quella degli altri componenti del gruppo di 40/50 persone che ha accerchiato le persone offese, ha senz’altro contribuito non solo a rafforzare gli intenti delittuosi dei concorrenti e ad agevolarne la condotta aggressiva. Ma anche ad intimidire le giovani ragazze e, in particolare, a vanificare i tentativi di difesa e di respingimento posti in essere dalle stesse“. C’è anche il pericolo che” il giovane “possa fattivamente inquinare le fonti di prova”. E sussiste “il concreto pericolo di fuga“.

Il racconto delle vittime: “Pensavo di morire”

A confermare le teorie della Procura della tecnica del “muro umano” per isolare le vittime, il racconto agli inquirenti delle stesse ragazze. “Venivamo spinte da dietro, e sbattevamo contro quelli davanti che ci respingevano. Mi sono ritrovata per terra. senza riuscire a rialzarmi e sentendomi soffocare, ho iniziato a pensare di morire. Ero atterrita dalla paura“. Lo ha messo a verbale, come si legge nell’ordinanza a carico del 18enne, una delle quattro ragazze aggredite nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele II. Una delle vittime di Ibrahim Mahmoud.

La 19enne milanese aggredita in via Mazzini ha ripetuto agli inquirenti la sua terribile esperienza tra le lacrime. “All’improvviso – si legge nell’ordinanza -, ho sentito questa folla di persone. Ho iniziato a sentire molte mani che mi toccavano da dietro, sulle gambe e il sedere, e una poi in particolare tra le gambe, che mi toccava in modo ripetitivo. Presto siamo state accerchiate, e ci siamo trovate attorniate da persone nordafricane. In particolare, mi sentivo toccare da quelli dietro di me, mentre altri, posizionati davanti a me, mi davano le spalle e urlavano“.

Un racconto reso tra le lacrime “sintomatico del terrore, dell’umiliazione e del senso di impotenza che l’aggressione subita ha impresso nella sua memoria emotiva“, scrive il giudice Raffaella Mascarino. 

”Mi sono liberata con la forza della disperazione”

Dando vari spintoni, ho chiuso gli occhi, come per difendermi, e, nonostante le spinte e un inciampo, sono riuscita a non cadere e a liberarmi dell’orda. Probabilmente con la forza della disperazione. Non riuscivo a vedere cosa stessero facendo alle mie amiche, perché le persone attorno a loro erano così tante, e le circondavano. Ho raggiunto allora un poliziotto, che si trovava all’ingresso della galleria, e questo mi ha prestato soccorso, aiutandomi a superare il varco, mettendomi in salvo“, conclude la vittima 19enne.

Mahmoud in carcere, Abdallah non risponde

Resta per ora in carcere anche Abdallah Bouguedra, il 21enne di Torino fermato dalla polizia nel quadro delle indagini sulle aggressioni a Milano. Il 21enne si e’ avvalso della facoltà di non rispondere. L’udienza si e’ svolta venerdi mattina nel palazzo di giustizia del capoluogo piemontese dal gip Lucia Minutella. Il giovane era in collegamento dal carcere di Ivrea. Gli avvocati difensori Stefano Comellini e Giorgio Papotti, senza entrare nel merito delle accuse, hanno chiesto di non convalidare il fermo affermando che non sussiste il pericolo di fuga e nemmeno quello di inquinamento delle prove. L’avvocato Comellini parla di una famiglia “molto perbene, sconcertata da una situazione caduta sulle loro teste come un meteorite”.

Oltre ai tre casi distinti con un totale di nove “persone offese” e già al centro dell’inchiesta sulle aggressioni sessuali di piazza del Duomo a Milano nella notte di Capodanno, gli inquirenti stanno indagando anche su almeno altri due episodi di abusi con lo stesso schema e con un numero di vittime ancora da accertare con precisione. Ma ci sarebbero almeno altre due ragazze che hanno denunciato violenze.

Francesco Gastaldi
Francesco Gastaldi
Giornalista professionista dal 2004, formatosi sulle cronache sportive prima di imboccare la strada della cronaca e della politica. Vent'anni e oltre di redazione al Cittadino di Lodi, iniziando sui campi di calcio della serie D per terminare co-dirigendo il desk di cronaca. Oggi collabora con il Corriere della Sera Milano e associazioni di categoria.

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