Malasanità, un medico dell’ospedale milanese di Vizzolo Predabissi ritenuto responsabile per la morte del 12enne Francesco Palomino Conga a Natale di due anni fa. Questa la tesi della Procura che ha chiuso le indagini sulla tragedia avvenuta nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 2019 in una sala operatoria dell’azienda ospedaliera di Melegnano (Milano). La richiesta e’ di rinviare a giudizio per omicidio colposo un chirurgo sudmilanese che opero’ – in ritardo secondo la procura di Lodi – il 12 enne per un blocco intestinale. L’udienza preliminare di fronte al gup e’ fissata per il 30 novembre. In quella sede si deciderà se rinviare a giudizio il chirurgo o archiviare le indagini.

Morto dopo due giorni di agonia
Secondo la ricostruzione degli inquirenti e dello stesso ospedale sudmilanese, il giovane era arrivato in ospedale alle 5.30 del mattino del 28 dicembre con dolori al ventre. I medici avevano deciso di fargli un’ecografia da cui era emerso un volvolo intestinale con necessità d’intervento chirurgico. Da qui i medici avevano deciso prima di trasferirlo in un’altra struttura e poi operarlo a Vizzolo il mattino successivo. Il chirurgo gli aveva asportato circa 38 centimetri di intestino. Il chirurgo lo aveva poi ricoverato in terapia intensiva. Le sue condizioni erano continuamente peggiorate fino alle 19 del 30 dicembre, ora in cui l’ospedale registrava la morte per arresto cardiaco.
La famiglia: “Un caso di malasanità”
La famiglia di Francesco Palomino Conga dopo alcuni giorni si era presentata ai carabinieri di San Donato Milanese per sporgere denuncia. I genitori volevano capire se fossero intervenuti problemi in sala operatoria e se il figlio avesse potuto essere salvato. La procura competente di Lodi aveva aperto un fascicolo d’indagine e la perizia dei consulenti del pm aveva concluso che “se fosse stato operato nella sera del 28 dicembre quando il processo necrotico intestinale era piu’ contenuto le sue probabilità di sopravvivenza sarebbero state significativamente superiori”. Il legale della famiglia, l’avvocato Giuseppe Badolato di Milano plaude il lavoro della procura. “Non abbiamo mai avuto dubbi sulle responsabilità di chi ha curato Francesco, ora aspettiamo l’udienza preliminare”. La famiglia del piccolo Francesco ha già aperto anche una causa civile con richiesta di risarcimento nei confronti dell’ospedale sudmilanese.