“Botte da orbi”, coltellate e colpi con lame e bastoni improvvisati, almeno 25 detenuti coinvolti e due di loro finiti in ospedale, l’invito degli agenti della polizia penitenziaria a consegnare il video ai telegiornali e la promessa del nuovo garante regionale dei detenuti ad affrontare l’episodio con il direttore del carcere gia’ a partire dalla prossima settimana.
“Equipaggiati con armi rudimentali”
Diventa un caso la selvaggia rissa all’interno della casa circondariale di Monza. Avvenuta il 22 agosto, è stata denunciata dalla segreteria regionale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Osapp.
Nell’occasione, racconta il segretario Giuseppe Bolena, si sono sfidati più di venti carcerati. Italiani e albanesi da una parte e stranieri in prevalenza nordafricani e gambiani dall’altra, nel reparto 5 a “media sicurezza”. Bolena parla di carcerati “ben equipaggiati con armi rudimentali da taglio come coltelli e stoviglie realizzati artigianalmente. Bastoni ottenuti sradicando le gambe dei tavoli in dotazione nelle camere detentive e tutto quanto potesse servire loro a offendere”.
La rissa, scoppiata inizialmente per una banale discussione a mensa tra un italiano e uno straniero, è terminata dopo l’intervento della polizia penitenziaria. Che ora invita tramite il sindacato Osapp il neo garante Gianalberico De Vecchi “A diffondere ai Tg e a mostrare a tutti i contenuti agghiaccianti del video di questa rissa, così come ha già fatto in altre occasioni in modo da mostrare la vera realta’ delle carceri italiane”. Gia’ quindici giorni fa il carcere di Monza era finito nel mirino proprio per un video, mostrato dal Tg1, in cui quattro agenti picchiavano un detenuto su una barella. Episodio risalente a due anni prima e costato il rinvio a giudizio per i quattro agenti e un’ispettrice.

Rissa in carcere, il Garante: ne parlerò con i direttori lombardi
“Non conosco ancora i contorni dell’episodio”, ha commentato oggi il neo garante regionale De Vecchi (ha sostituito a metà luglio l’ex sindaco socialista di Cinisello Carlo Lio, deposto dal Consiglio di Stato per mancanza di requisiti dopo anni come Difensore Civico e Garante dei Detenuti, ndr). “Sarà mia cura affrontare il problema nel mio incontro in programma con i direttori delle carceri lombarde la settimana prossima”.
Sovraffollamento, cala ma non abbastanza
San Quirico, casa circondariale realizzata per 400 detenuti ma arrivata nell’anno pandemico ad contenere oltre 650 persone e secondo i dati al 31 luglio oggi a 589 presenze (la meta’ stranieri). Negli ultimi anni non aveva creato particolari problemi all’amministrazione penitenziaria. Gli stessi detenuti, addirittura, a marzo 2020 durante i tre giorni di rivolte carcerarie in 27 strutture italiane (tra cui Opera e San Vittore a Milano), si erano impegnati con una lettera al Ministero a non protestare. Ed a rispettare le misure introdotte dal governo per evitare il diffondersi della pandemia.
Anche il problema del sovraffollamento, arrivato al “picco” storico l’anno scorso, sembra in via di miglioramento. Nonostante ciò, in Lombardia il rapporto fra la popolazione carceraria effettiva e i posti disponibili resta fra i più alti in Italia. 7623 detenuti per 6139 letti.
Sono anni e anni che il Min istero di disgrazia e Ingiustizie, non gli ne può fregare un cavolo (prima degli Agenti di Custodia) e poi della Polizia penitenziaria, Mai creduto sull’appoggio e sulla tutela per tutto il personale da parte dei nostri superiori dell’alta sfera, dopo serivizi massacranti, ore che non si contavano più quasi tutti i giorni non abbiamo mai avuto la tutela e l’aito del nostro amato Ministero. Con questi avvenimenti che scrivete mi ritornano in mente il servizio di tantissim i anni fa… ma vedo non ne cambiato assolutamente niente, il personale, pochi eravamo e pochi sono adesso, sempre la solita storia, le solite magagne è il solito menefreghismo sempre contro il personale. Giornali e TV nazionali a tutta birra se un’agente dovesse toccare un detenuto,ma se è il detenuto che picchia un’agente … tutto sotto al materasso… la solita vergogna,non si deve vedere le foto e le immagini fuori dell’Istituto per gli agenti della Polizia penitenziaria,ma bisogna entrarci dentro è stare con loro almeno un solo turno, poi se ne potrebbe parlare e discutterne… Vero capoccioni del Minestrone di disgrazie e Ingiustizie?