Procede l’indagine relativa allo schianto dell’aereo Piper PC-12 (YR-PDV) avvenuto nell’hinterland di Milano. L’inchiesta dovrà verificare le cause dell’incidete fatale, che poteva avere conseguenze anche più gravi considerando l’area densamente abitata. Gli inquirenti dovranno ricostruire cos’è effettivamente successo alle 13h07 di ieri, quando il Pilatus PC-12 diretto a Olbia ha cominciato a deviare dalla propria rotta prestabilita.
Dalle prime ricostruzioni, emerge che il pilota non ha fornito segnali anomali e nemmeno lanciato richieste di allarme o di aiuto. I controllori radar del Centro di Linate (i quali gestiscono l’intero traffico aereo del Nord Ovest Italia) hanno interrogato via radio il pilota sul motivo della deviazione, immaginando la presenza di una turbolenza. Ma da quest’ultimo è arrivato un semplice no. Dopo meno di un minuto, l’areo è scomparso dai tracciati rad.
Lo schianto del Piper PC-12 a Milano: gli inquirenti alle prese con l’avvio delle indagini
A chiarire i motivi tecnici che hanno portato al disastro saranno gli uomini dell’Agenzia nazionale per la sicurezza in volo, i quali hanno avviato un’indagine d’urgenza. Le condizioni meteo al momento dell’accaduto erano stabili, con vento leggero e nuvole basse. L’aeroplano ha perso quota per circa 16 secondi prima d’infrangersi a terra.
Ora saranno fondamentali i dati che emergeranno dalla scatola nera dell’aereo. Gli esperti dovranno spiegare perché il pilota ha deviato dalla rotta autorizzata in precedenza e come mai l’aereo ha perso quota. L’ipotesi è che sia avvenuto qualcosa di talmente repentino da non aver dato modo al pilota di avvisare la torre di controllo e quindi di chiedere aiuto.
Le ipotesi sulle cause dell’incidente e sulla traiettoria dell’aereo
Tra i fatti certi al momento c’è che la traiettoria seguita dall’aereo sopra San Donato Milanese non è prevista da nessun tracciato standard delle rotte aeree. Tra le possibili cause si ipotizza un malore del pilota o un’imperizia di manovra seguita al blocco del motore, che ha portato l’aereo in stato di stallo durante il possibile tentativo di rientro a Linate. A quel punto, non sarebbe stato più possibile recuperare quota.
A 3 minuti e 32 secondi dal decollo si è quindi verificata una caduta quasi verticale. Per cercare di capire meglio la dinamica dell’incidente, gli investigatori hanno sequestrato i filmati delle telecamere di sorveglianza del parking Atm vicino al luogo dell’incidente. Alcuni obiettivi puntano sulla strada e gli spezzoni potrebbero risultare fondamentali per comprendere la dinamica dell’incidente.
L’aereo caduto a Milano era già in fiamme prima dell’impatto
Sulla caduta del monomotore pende la possibilità che un guasto tecnico abbia reso impossibile riportare l’aereo a terra evitando il disastroso impatto. A conferma di ciò vi sarebbero le dichiarazioni rilasciate dai passanti che erano presenti sul luogo in cui è avvenuto l’incidente.
Alcuni testimoni hanno infatti asserito che poco prima dello schianto l’aereo era già in fiamme. La pista privilegiata resta quindi quella di un problema meccanico, sebbene al momento si stiano vagliano tutte le ipotesi possibili. L’inchiesta aperta per disastro colposo dovrà confermare quale causa appare come la più probabile, anche per scongiurare il ripetersi di eventi simili in futuro.