‘Ndrangheta, taglieggiavano gli imprenditori che chiedevano prestiti praticando tassi di usura anche del 90 per cento. E approfittavano del loro momento di difficoltà dovuto ai lockdown per la pandemia usando metodi “estorsivi e mafiosi”. Nelle prime ore del mattino di lunedi’ reparti di Polizia, carabinieri e della Guardia di Finanza coordinati dalla Procura della Repubblica di Brescia hanno eseguito 15 misure cautelari. I soggetti colpiti appartengono, si legge nella nota della Gdf a “contesti di criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetista e gravemente indiziati, a vario titolo, di usura ed estorsione commessi con metodo mafioso”. I militari hanno ricostruito un quadro di usura ed estorsioni legato alla ‘Ndrangheta che dal Bresciano si estendeva al Milanese e ad altre province del centro e sud Italia.
Metodi mafiosi e richieste di protezione
L’attività degli investigatori – diretta dal sostituto Roberta Panico della Dda di Brescia, insieme con i pm Erica Battaglia e Carlotta Bernardini – ha permesso di documentare, nonostante il periodo di lockdown, “condotte intimidatorie ed estorsive, accordi e pagamenti usurari. Questi erano accompagnati da pressioni e pretese economiche agli imprenditori. E ancora, accordi per la spartizione dei guadagni, richieste di protezione criminale e gravi situazioni di esposizione a rischio per l’incolumità individuale”.
Ndrangheta e usura, l’imprenditore denuncia
L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Brescia parte nel dicembre 2020, quando un libero professionista residente nel Bresciano, esasperato e stremato dalle continue minacce e pressioni psicologiche patite, aveva deciso di denunciare tutto. Nei mesi precedenti trovandosi in difficoltà post lockdown aveva chiesto soldi a soggetti legati a cosche della `Ndrangheta. Il bresciano ha raccontato di essere stato vittima di estorsione messa in opera da due persone. I due, dopo essersi proposti per intermediare un debito economico di 50mila, lo avevano costretto a versare con diversi bonifici a loro favore la somma complessiva di 19.500 euro di interessi. Oltre ai 45mila euro consegnati in contanti. Dalle indagini è emerso che diverse persone legate all’associazione ’ndranghetista operavano nella provincia di Brescia commettendo frodi fiscali e reati di riciclaggio ed usura.

Ndrangheta, 20 perquisizioni e 77mila euro sequestrati
Inoltre, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Brescia ha eseguito un ulteriore provvedimento cautelare in carcere a carico di due soggetti. Uno era collegato anch’egli ad ambienti malavitosi di natura ‘ndranghetista. Entrambi dunque sono indiziati di altri fatti di estorsione commessi con modalità mafiose. I militari hanno eseguito 20 perquisizioni sottoponendo a sequestro preventivo circa 77mila euro, considerati proventi del reato di usura ai danni di imprenditori.
Whatsapp a chi non pagava: “Sappiamo dove vivi”
Molti di loro infine, in difficoltà economiche amplificate dall’emergenza Covid-19 avevano notevoli difficoltà nel rispettare gli impegni e le scadenze. Cio’ non aveva impietosito gli indagati che, per intimidirli, arrivavano a inviare via WhatsApp la riproduzione fotografica delle loro abitazioni.