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domenica 24 Settembre 2023

Morte nel campo, “il trattorista non poteva vedere Sara e Hanan”

Era impossibile dalla cabina del Grim che si potessero vedere o sentire persone nascoste dalle pannocchie di mais che, in quei giorni, erano diventate alte ben oltre 2 metri. E questo nonostante la visuale dall’abitacolo, molto alto, del mezzo agricolo e che al bracciante poteva offrire una vista a 360 gradi su tutto ciò che accadeva attorno a lui. Cosi’ sono morte Sara e Hanan in una notte di inizio luglio. E chi le ha investite non poteva vederle.

Con questa motivazione, dopo diverse consulenze, la procura di Lodi ha chiesto l’archiviazione per il trattorista di 28 anni che, il 3 luglio scorso, investì e uccise, in un campo di mais di San Giuliano Milanese, Sara El Jaafari, 28 anni, e Hanan Nekhla, 32. Le due ragazze avevano trascorso la nottata con alcuni amici a Locate Triulzi, periferia sud milanese. Una nottata di alcol e droga finita nel sangue per le due giovani e nella fuga per chi era con loro in quella nottata di alcol e droga nei campi.

Indagato per duplice omicidio, il pm chiede l’archiviazione

Il ventottenne trattorista era indagato per duplice omicidio colposo ma molto probabilmente verrà prosciolto dopo la richiesta della pm Giulia Aragno. Dagli accertamenti emerse infatti che le due giovani si trovavano in compagnia di altre persone, fuggite per la paura quando il mezzo agricolo, usato per spargere fitofarmaci, era loro improvvisamente piombato addosso. La più giovane delle due vittime, Sara El Jaafari, dopo essere stata investita la mattina del 2 era riuscita a lanciare un sos al 112. Un messaggio in arabo. Spiegava che entrambe erano state travolte da una mietitrebbia. La sua amica era morta, lei era gravemente ferita. Ma morì dissanguata prima che potessero essere rintracciate. Cosa che avvenne solo la sera del giorno dopo, sabato 3 luglio.

Sara e Hanan erano entrambe marocchine. La prima 28enne e con un’esistenza difficile tra droga e un figlio piccolo trasferito in comunità. La seconda 31enne e con lavori in nero nei bar e il continuo rimpianto di non guadagnare abbastanza per inviare denaro ai genitori in Nordafrica. Entrambe senza fissa dimora, un’esistenza “nomade” a Milano tra alloggi di fortuna oppure ospiti da amici. Una serata all’ addiaccio nei campi, forse alla ricerca di eroina, finita sotto le ruote di un Grim, un mezzo usato nei campi per cospargere le coltivazioni di fitofarmaci. Se fosse stata soccorsa, almeno Sara (conclude la procura) avrebbe potuto essere salvata.

Sara Hanan
Carabinieri e indagini sul luogo del crimine dopo il ritrovamento delle due ragazze

Uno degli indagati ha raccontato alla procura di aver conosciuto le due donne la sera di giovedì 1 luglio e di aver trascorso la serata e la successiva nottata a consumare alcolici e droga. Dapprima a casa di una conoscente e poi all’interno del campo di mais.

Almeno quattro responsabili per la morte di Sara e Hanan: “Non fecero nulla per soccorrerle”

Contestualmente, la procura ha notificato gli avvisi di fine indagine a chi si ritiene si trovasse nel campo con le vittime prima della tragedia. E che sarebbe poi fuggito, dopo l’investimento, senza attivare soccorsi. Sono quattro (piu’ una quinta persona non ancora trovata) le persone indagate. Tre uomini e una donna che si trovavano con loro al momento dell’incidente e che si sono allontanate senza chiedere aiuto. 

Hanan morta sul colpo, Sara chiamo’ i soccorsi

Othmane E.A., Amine B., Larissa I. e Abderrahim L., hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini firmato dalla pm Giulia Aragno, che verosimilmente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

Nessuno dei quattro e, probabilmente anche una quinta persona tuttora ricercata, ha prestato le cure necessarie alle ragazze ferite e le hanno lasciate agonizzanti nel campo, trovate solo ventiquattro ore dopo dai soccorritori. Ormai troppo tardi per salvarle. Hanan, molto probabilmente, è morta sul colpo, il suo corpo quasi completamente schiacciato dal mezzo agricolo. La sua amica Sara, invece, pur ferita gravemente, ha trovato la forza di allertare il numero unico di emergenza. Dispersa in piena campagna, senza che nessuno potesse aiutarla, non ha saputo tuttavia fornire elementi utili per rintracciarla. Lo stesso telefono con cui ha chiamato il 112 si è spento prima dell’arrivo delle ambulanze e dei carabinieri. 

Una morte agghiacciante, che secondo la Procura di Lodi ha pesanti responsabilità in chi era con loro. E non ha fatto nulla per salvarle.

Francesco Gastaldi
Francesco Gastaldi
Giornalista professionista dal 2004, formatosi sulle cronache sportive prima di imboccare la strada della cronaca e della politica. Vent'anni e oltre di redazione al Cittadino di Lodi, iniziando sui campi di calcio della serie D per terminare co-dirigendo il desk di cronaca. Oggi collabora con il Corriere della Sera Milano e associazioni di categoria.

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