Sono sette gli anni di reclusione inflitti per traffico di sostanze stupefacenti a Luca Lucci, celebre capo ultrà della Curva Sud milanista. Era finito in carcere lo scorso dicembre a seguito di un’inchiesta della Squadra mobile, coordinata dal pm Leonardo Lesti, su un presunto traffico di droga, tra hashish, marijuana e cocaina. L’inchiesta è nata a seguito di un’altra indagine: quella sul tentato omicidio di Enzo Anghinelli, ferito gravemente a colpi di pistola in un agguato nel 2019 in centro a Milano.
Lo ha deciso il gup di Milano Chiara Valori nel processo con rito abbreviato, mentre altri tre imputati hanno patteggiato pene comprese tra i 2 anni e 4 mesi e i 3 anni e 4 mesi. Dalle indagini era emerso che Lucci, che dovrà pagare inoltre una multa di 50 mila euro, sarebbe stato “al vertice dell’organizzazione” pianificando “l’attività illecita senza mai partecipare attivamente”, ma “impartendo direttive attraverso il software Encrochat, installato su un telefono cellulare” con “utenza telefonica olandese”.
Come scritto nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice, il capo della Curva Sud, che sul sistema criptato di chat aveva il nickname “belvaitalia“, per la “posizione di vertice” che ricopriva “nel traffico illecito” avrebbe intrattenuto “le relazioni con i narcotrafficanti esteri” in Brasile e in Marocco.
I precedenti di Luca Lucci
Lucci, negli anni scorsi coinvolto in altre inchieste e già arrestato per reati di droga, era noto alle cronache in quanto il 16 dicembre del 2018 erra stato fotografato insieme l’allora vicepremier Matteo Salvini alla festa per i 50 anni della Curva Sud. In passato aveva ricevuto anche un’altra condanna per aver sferrato un pugno nel derby Milan-Inter del 15 febbraio 2009 al tifoso interista Virgilio Motta, facendogli perdere un occhio.