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lunedì 25 Settembre 2023

Movida Porta Venezia, il quartiere Arcobaleno insorge sullo stop all’asporto

No all’ordinanza draconiana contro il Rainbow District“. I locali LGBTQ+ di via Lecco si sono ribellati al provvedimento anti movida violenta del Comune di Milano. E hanno ottenuto un primo risultato. Giovedì pomeriggio a Palazzo Marino incontreranno il sindaco Giuseppe Sala. L’obiettivo, far recedere il Comune dall’ordinanza della settimana scorsa che dal 3 settembre fino al 3 ottobre prossimo vieta l’asporto dalle ore 22 nelle zone di Porta Venezia, via Lecco, via Castaldi, via Melzo e via Lazzaretto. Mentre nelle altre zone della città viene vietato l’asporto in contenitori e bottiglie di vetro. La comunità dei locali “arcobaleno” e’ insorta e sabato 4 settembre per la prima volta ha promosso un sit-in silenzioso davanti ai propri locali.

Movida
Paolo Sassi intervistato durante il sit-in

Ordinanza anti movida: “A rischio un settore con 200 dipendenti”

L’ordinanza e’ troppo dura e rischia di mettere in ginocchio un settore con oltre duecento dipendenti. Con queste regole rischiamo di lasciarne a casa i due terzi“. Paolo Sassi, titolare di tre locali della zona e portavoce del “quadrilatero Arcobaleno” chiede un passo indietro al Comune sull’ordinanza. “Il problema della violenza in zona esiste ed e’ serio, ma noi siamo stati anche i primi a fare delle proposte concrete a Palazzo Marino per risolverlo“. Dalla riapertura dei locali dopo i lockdown, bande di giovani e giovanissimi si sono spostati nell’area di via Lecco e di Porta Venezia. “Arrivano con bottiglie di alcolici comprate nei minimarket, stazionano di fronte ai nostri locali con musica ad altissimo volume fino all’alba, aggrediscono le ragazze e i nostri avventori della comunità LGBTQ+. E ovviamente i residenti danno la colpa ai locali per questo, ma non hanno nulla a che fare con noi“.

Lo scontro con Palazzo Marino e le proposte

Una settimana fa i locali della zona avevano incontrato il vicesindaco Anna Scavuzzo per presentare alcune proposte. “Chiusura per tutti i locali della movida milanese alle 2, fine dell’asporto alle 1.30 e la nostra disponibilità a controllare la nostra area di pertinenza con servizi di security regolamentati”, racconta Sassi. Le richieste però non sono state accolte, almeno per il momento. “Il risultato e’ un’ordinanza che penalizza solo la nostra zona, che tra l’altro e’ anche vicina politicamente a questa amministrazione. Siamo stati definiti esperimento“. Sabato scorso i titolari e i dipendenti di una quarantina di locali del “quadrilatero arcobaleno” di Milano alle 22 hanno inscenato un sit-in di protesta. Hanno partecipato anche centinaia di clienti abituali. L’obiettivo e’ chiedere al Comune un passo indietro.

“Un quartiere con una forte identità”

La protesta e’ stata molto partecipata“, spiega Sassi. “In molti hanno capito le nostre ragioni e lo stesso sindaco si e’ detto disponibile a un confronto. Giovedì gli proporremo le nostre proposte per la zona. Altrimenti siamo pronti a impugnare l’ordinanza. Il Comune deve capire che questo e’ un quartiere con una forte identità e un valore sociale potente. Il nostro ruolo e’ stato fondamentale nella riqualificazione del quartiere e nella creazione di un luogo di aggregazione di respiro internazionale, dove la comunità LGBTQ+ possa esprimersi liberamente“.

Francesco Gastaldi
Francesco Gastaldi
Giornalista professionista dal 2004, formatosi sulle cronache sportive prima di imboccare la strada della cronaca e della politica. Vent'anni e oltre di redazione al Cittadino di Lodi, iniziando sui campi di calcio della serie D per terminare co-dirigendo il desk di cronaca. Oggi collabora con il Corriere della Sera Milano e associazioni di categoria.

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