Molti amici e personaggi famosi, moltissimi milanesi e quasi assenti i politici, come sottolinea il sindaco di Milano Beppe Sala. Lunedì mattina si è riaperta per l’ultimo giorno la camera ardente del fondatore di Emergency Gino Strada, morto il 13 agosto scorso a 73 anni mentre si trovava in vacanza in Normandia. Le ceneri del chirurgo filantropo di Sesto San Giovanni sono esposte da sabato mattina nella sede di Emergency a Milano, in via Santa Croce. Da allora migliaia di cittadini milanesi si sono messi in coda per tributargli l’ultimo saluto. Solo domenica dalle 10 alle 22 si calcola siano transitate oltre tremila persone, tra cui l’archistar Renzo Piano, amico personale di Strada, accompagnato dal sindaco Sala.
Oltre tremila persone in coda
“Sembra strano – ha raccontato il noto architetto-urbanista genovese, oggi senatore a vita -, ma lui mi chiamava “il geometra”, ma come riconoscimento per uno che fa le cose. Gino mi ha insegnato a metterci l’anima nel fare gli ospedali, che sono luoghi di eccellenza medica ma anche umana”.
Ad accompagnare Piano il sindaco Sala, tornato alla camera ardente dopo la prima visita ufficiale di sabato, e il quale ha commentato l’assenza di leader politici per l’ultimo saluto al chirurgo morto in Francia: “Mi auguro sia dovuto al momento di vacanza, ma speriamo che si possa lavorare insieme alla sua memoria”. La camera ardente ha riaperto lunedì mattina alle 10, con centinaia di persone in fila davanti alla sede di Porta Ticinese, e chiuderà definitivamente alle 14, con accessi contingentati per rispettare le procedure anti-Covid.
Don Antonio Mazzi, fondatore delle comunità di recupero Exodus, è stato fra i primi domenica a rendere omaggio alle ceneri del medico-filantropo: “E’ morto Gino, ma speriamo che non muoia la “strada”. “Gino si sarebbe sorpreso di tutto questo affetto”, le dichiarazioni all’Ansa del conduttore televisivo Fabio Fazio, anche lui giunto domenica mattina alla camera ardente.
Intitolazione di piazza Cadorna: 54mila firme
Si avvicina al traguardo delle 75mila firme anche la petizione lanciata da Maria Teresa Mauri su change.org per rinominare piazzale Cadorna al fondatore di Emergency. Lunedì è stata superata quota 54mila firme. “Come mi piacerebbe che piazzale Cadorna intestata ad un guerrafondaio diventasse piazzale Gino Strada che la guerra la ripudiava come l’articolo 11 della Costituzione”, così la promotrice della mobilitazione aveva girato il suo invito a Palazzo Marino.
Tra le città che hanno deciso di dedicare un luogo al fondatore di Emergency anche la “sua Steso San Giovanni”, dove Strada era nato e per cui il sindaco Roberto Di Stefano ha già chiesto una deroga al prefetto di Milano, e Pesaro il cui sindaco Matteo Ricci ha espresso l’intenzione di portare martedì in giunta la proposta di intitolazione “di una via o di un edificio sanitario”.