Altri 200 posti per i profughi afghani in fuga dai talebani e una rete totale di quasi 400 posti finanziati dal governo. E un totale di quasi mille posti per tutti i rifugiati. Milano diventa la citta’ piu’ accogliente in Italia, e in prima fila nei progetti di supporto al popolo afghano. Molte famiglie, del resto, sono gia’ inserite nella metropoli grazie all’assistenza della rete di associazioni locali. Ora anche il Comune di Milano è pronto ad ampliare la rete di accoglienza diffusa per i rifugiati titolari di protezione internazionale. Sarà più’ facile far fronte all’esigenza di integrazione dei profughi afghani arrivati nel nostro Paese dopo il ritorno al potere dei talebani.
Quasi mille posti in citta’ per i rifugiati di guerra
Con una delibera approvata dalla Giunta, l’Amministrazione ha aderito alla procedura di ampliamento dei posti nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai) avviata dal Ministero dell’Interno il 12 ottobre scorso. Se l’iter andrà a buon fine, il Comune potrà rafforzare la rete di accoglienza diffusa di secondo livello con 200 posti in più. Questi posti andranno ad aggiungersi ai 757 posti attualmente finanziati (400 per i minori stranieri non accompagnati, 342 per la categoria ordinari e 15 dedicati nello specifico a chi soffre di disagio mentale o sanitario).
Gia’ 160 profughi dall’Afghanistan assistiti
Quanto ai profughi afghani sono circa 160 i cittadini attualmente presenti sul territorio metropolitano. Sono tutti ospiti di strutture di prima accoglienza del Comune di Milano o convenzionate con la Prefettura. Hanno già svolto il colloquio di audizione presso la Commissione Territoriale per il Riconoscimento dello Status di Rifugiato di Milano con esito positivo. Molti di loro stanno ritirando i relativi permessi di soggiorno. Ci sono famiglie intere, gia’ perfettamente integrate nella citta’, come quella di Najima la cui storia fu raccontata da Milano-TopNews.
Corsi di prima accoglienza, italiano e lavoro
A seguito dell’ottenimento dello status di rifugiato dovranno essere inseriti nelle strutture di seconda accoglienza per proseguire il loro percorso di inclusione socio-economica. Il percorso prevede, tra le altre cose, la frequenza di corsi di italiano, l’inserimento scolastico dei minori, l’avviamento alla formazione e al lavoro.
I posti a disposizione verranno quindi utilizzati per proseguire questo percorso e, inoltre, per far fronte alle crescenti richieste di accoglienza di rifugiati di altre nazionalità.

Bertole’: “Milano citta’ aperta e attrattiva”
“Milano – commenta l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolè – ha una grande tradizione di solidarietà. Una caratteristica di cui i milanesi sono orgogliosi e che l’ha resa la città aperta e attrattiva che è oggi. Vogliamo proseguire su questa strada, a partire dalla garanzia di un aiuto concreto ai cittadini afghani in fuga dal loro Paese e attualmente ospitati nei centri per l’ospitalità d’emergenza. Andremo a rafforzare la rete di accoglienza di secondo livello, quella destinata, in particolare, a chi sceglie di rimanere nel nostro Paese. L’obiettivo è fornire a queste donne e a questi uomini gli strumenti per un’inclusione reale e concreta e la possibilità di diventare cittadini consapevoli e capaci di contribuire allo sviluppo del Paese e della città che li ha accolti”.
In caso di conclusione positiva dell’iter della domanda, l’Amministrazione provvederà, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, alla selezione dei soggetti a cui affidare le attività progettuali di inclusione e integrazione.