Oggi, mercoledì 12 gennaio, sono trascorsi dieci anni dalla morte di Nicolò Savarino, l’agente di origini siciliane della polizia locale che fu investito e ucciso da un’auto durante un controllo alla Bovisa. Alla guida c’era un minorenne, l’allora 17enne Remi Nikolic fuggito dopo il fatto e poi arrestato con un complice.
Il vigile e’ stato ricordato con due eventi eventi distinti. Il primo, sul luogo del delitto in via Vare’ alla Comasina. L’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, accompagnato dal Comandante della Polizia locale, Marco Ciacci, si e’ recato presso la targa posta in corrispondenza dell’investimento mortale, per un momento di raccoglimento. Replica nel pomeriggio alle ore 15.30, alla presenza della vicesindaco Anna Scavuzzo, nel Parco intitolato all’agente, in via Livigno 5, con la cerimonia di commemorazione vera e propria.

L’assessore Granelli: “Un esempio per tutti”
“Oggi ricordiamo il suo servizio alla città, ai nostri quartieri, ogni giorno, in strada. Un esempio per tutti”. Lo ha detto l’assessore alla sicurezza e alla Polizia locale Marco Granelli durante la cerimonia di commemorazione
Sono passati esattamente dieci anni da quel giorno in cui il vigile di quartiere milanese, con un collega, furono chiamati da un passante per controllare una zona popolata da rom di etnia sinti.
Savarino travolto e trascinato per 200 metri
I due, entrambi in bicicletta, si presentarono in via Vare’ per controllare un camper. Dal mezzo era uscito un uomo in stampelle. Improvvisamente un suv aveva cercato di investire il collega di Savarino. L’agente si era interposto e il suv – un BMW X5 trovato poi a poca distanza e intestato a un “prestanome – lo aveva travolto in pieno trascinando lui e la bici per oltre duecento metri. I sanitari avevano portato Savarino al Niguarda, dove era morto poco dopo. I due investitori – Nikolic e il serbo Milos Stizanin che era con lui, successivamente assolto dall’accusa di omicidio in concorso – erano fuggiti all’estero. E arrestati circa un anno dopo ottenendo l’estradizione dall’Ungheria e dalla Bosnia, dove si erano rifugiati.
Il processo: l’investitore scontata la condanna torno’ a delinquere
La morte di Savarino e il processo per il suo omicidio si sono protratti fino all’anno scorso lasciando una scia di polemiche. L’investitore Nikolic aveva scontato una pena di 9 anni e 8 mesi in carcere. Uscito dal quale (meta’ pena con affidamento in prova), undici giorni dopo si era fatto nuovamente arrestare per due furti in appartamento. A settembre 2020 era stato assolto dall’accusa di concorso nell’omicidio volontario Milos Stizanin, serbo che era in auto con Nikolic quel giorno di quasi 10 anni fa.