Dopo quasi un mese di consigli regionali e quasi 5000 emendamenti presentati martedì pomeriggio via libera definitivo dal Consiglio regionale della Lombardia al progetto di legge di revisione del servizio sanitario. La riforma ha l’obiettivo di potenziare la sanità territoriale agganciandosi al Pnrr. Il testo varato dalla giunta Fontana passa con 48 sì e 26 no. Favorevoli i gruppi di maggioranza (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Lombardia Ideale e Polo di Lombardia). Contrarie le opposizioni (Pd, Movimento 5 Stelle, +Europa, Azione, Lombardi Civici Europeisti), che hanno definito il provvedimento una “non riforma”.
Fontana: “Con il Pnrr ci sarà il cambio di passo”
“La pandemia – spiega il governatore Attilio Fontana – ha rafforzato la necessità di quel cambio di paradigma che già la Legge 23 aveva evidenziato e provato ad attuare. Ma a causa della carenza di risorse statali si era riusciti a realizzarlo in parte. Con la riforma sanitaria si passa dalla “cura” al “prendersi cura”. E con gli stanziamenti del Pnrr è finalmente possibile il cambio di passo. “La legge appena approvata ci consente di riorganizzare l’offerta sanitaria e soddisfare il bisogno di salute dei nostri cittadini“. Fontana infine riconosce che “questi ultimi due anni hanno reso evidente che la politica dei tagli lineari degli ultimi dieci anni aveva provocato in sanità una serie di effetti negativi“.
Attilio Fontana Letizia Moratti
Ecco le novità introdotte dalla riforma sanitaria
Che cosa cambia nel sistema regionale lombardo? Il testo prevede il potenziamento della medicina di prossimità, l’aumento dei distretti territoriali e l’introduzione di strutture socio-sanitarie locali. In aggiunta, la precisazione delle competenze di Ats, Asst, assessorato e Direzione generale, ma soprattutto l’istituzione di distretti, case e ospedali di comunità, ambulatori. A spiegarlo nel dettaglio la vice presidente Letizia Moratti, assessore alla Sanità: «Il potenziamento dell’assistenza sociosanitaria e sociale territoriale avverrà attraverso la realizzazione di nuove strutture più vicine al cittadino. Cento distretti (oggi sono 27), attivazione di 203 case di comunità, 101 centrali operative territoriali, 60 ospedali di comunità e attivazione di ambulatori sociosanitari territoriali. Quanto realizzato oggi può rappresentare un ottimo punto di partenza per la nuova era della sanità lombarda».

“Abbiano rafforzato – ha aggiunto Moratti – anche il ruolo del terzo settore e della associazioni dei pazienti e previsto un potenziamento dei consultori. Abbiamo inserito un fondo per la telemedicina, per dare concretezza a questa tematica che sarà sempre più importante nell’evoluzione della nostra sanità. Abbiamo previsto anche accessi più facili per la disabilità e che gli investimenti ed gli acquisti siano effettuati con criteri di sostenibilità ambientale“.
Decine di sedute e migliaia di emendamenti: pochi quelli ammissibili, minoranza contro la “tagliola”
La riforma del testo sulla Sanità apertasi il 10 novembre e’ passata attraverso decine di sedute in consiglio, polemiche e manifestazioni di piazza. Polemiche soprattutto sulla “tagliola” dei 4810 ordini del giorno presentati. Ammessi alla fine solo 942 emendamenti (sui 2000 presentati) e 929 ordini del giorno ritenuti ammissibili. L’opposizione compatta ha protestato: “Tutti gli emendamenti dell’opposizione sono di fatto stati respinti e nessun impegno è stato preso sugli ordini del giorno presentati dalla minoranza. Non c’è stata da parte della maggioranza alcuna volontà seria di confrontarsi e valutare le nostre proposte, appiattendosi invece sul testo partorito dalla giunta”.
Il blitz dei 5 Stelle, le manifestazioni e il “no” del Pd: riforma sanitaria con luci e ombre
Molte, come detto le proteste. Nella penultima seduta I 5 Stelle hanno occupato il centro dell’Aula e i banchi della presidenza e della Giunta, con fischietti e striscioni. Dopo diversi richiami il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi (Forza Italia) ha proceduto a sette espulsioni, interrotto la seduta e chiamato la Digos per allontanare gli espulsi.

Alcuni giorni prima e’ toccato al Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute protestare contro la riforma con un “corteo funebre” in stile New Orleans davanti al Consiglio Regionale. “E’ un funerale che non vorremmo mai dover celebrare per davvero. La riforma della sanità targata Moratti-Fontana sarebbe a morte certa per inedia del servizio sanitario pubblico e soprattutto per il diritto alla salute di tutti”.
“Non risolve i problemi cronici della sanità e distrugge la nostra cultura della cura”. Cosi’ il capogruppo Pd Fabio Pizzul ha bocciato il testo Fontana-Moratti. “In questi anni – ha detto Pizzul in Aula – avete separato ciò che doveva essere unito o comunque in relazione. Il sanitario e il sociosanitario, ospedale e territorio, medici di medicina generale e sistema sanitario, pubblico e privato, enti locali e strutture sanitarie, cittadini che hanno risorse e cittadini che non le hanno, territori ricchi e territori poveri”.