“I fatti sono stati già consegnati alla Storia, indipendentemente dalle nostre valutazioni e da quella delle difese: il presidente del Consiglio in carica usava sistematicamente allietare le proprie serate ospitando a casa propria gruppi di odalische, schiave sessuali a pagamento“. Ci va giù duro il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nella requisitoria del processo milanese sul caso Ruby ter e lancia gravi accuse nei confronti dell’ex Presidente del Consiglio come quella di aver corrotto alcune delle testimoni, le cosiddette ‘olgettine’ protagoniste della vicenda.
Secondo Siciliano le ragazze facevano parte di un “consolidato sistema di prostituzione“, fatti che sono stati confermati con una sentenza passata in giudicato e nella quale è stato appurato come queste signorine avessero intrattenuto il Cavaliere passando addirittura alcune notti in loro compagnia.
Ma oltre a snocciolare gli accadimenti il procuratore, in aula, ha voluto rimarcare che colui il quale si sta processando oggi è stato alla Presidenza del Consiglio, è tra le persone più ricche al mondo e aveva il potere di modificare lo Stato, mentre oggi è diventato “un grande anziano malato” di cui conosciamo la vita privata perché “di interesse giornalistico e guardiamo a questo con tenerezza e compassione”. Dall’altro lato il processo riguarda “un gruppo di donne la cui caratteristica principale, che è stata la principale fonte di guai, è la bellezza“. Una qualità ormai passata in quanto all’epoca degli accadimenti le ragazze coinvolte erano nel fiore della loro età.