In piena variante Omicron mettono in commercio migliaia di mascherine Ffp2 irregolari, non conformi e pericolose. Blitz contro le frodi in commercio della Polizia municipale di Milano in materia di protezioni individuali contro il Covid. Il Nucleo tutela trasporto pubblico della Polizia locale nei giorni scorsi ha sequestrato penalmente per il reato di frode in commercio 13.150 mascherine chirurgiche “Ffp2” con marchio CE non conforme.
Due i sequestri operati dalle pattuglie dei vigili. Il primo coinvolge un distributore che aveva in deposito 11.150 mascherine irregolari. I vigili hanno individuato il magazzino grazie alle indagini scaturite da una precedente confisca, in due diverse attività commerciali, di 17mila dispositivi chirurgici. Le operazioni di controllo in questi due negozi risalivano al 18 e 19 gennaio scorsi.

Le mascherine Ffp2 fake esposte accanto a quelle “regolari”
Sempre durante questi controlli i vigili avevano notato che in altri due negozi, in zona via Niccolini, erano state esposte mascherine “Ffp2” apparentemente uguali a quelle sequestrate. Mascherine che gli esercenti, al passaggio della pattuglia, avevano tentato di nascondere. Anche in questo caso si trattava di dispositivi con marchio CE non conforme. Sequestrati 1.400 pezzi nel primo negozio e 600 nel secondo.
Le Ffp2 diventate obbligatorie, come riconoscere quelle non conformi
Le mascherine Ffp2 con le nuove norme anti Covid sono diventate un obbligo, dai mezzi pubblici agli eventi al chiuso come cinema e teatri. Ecco come riconoscere quelle a norma. Con una premessa doverosa: le Ffp2 sono dispositivi di protezione individuale e devono quindi rispettare le caratteristiche fissate dal regolamento Ue 425 del 2016.
La norma, ricorda Altroconsumo, stabilisce che le mascherine filtranti come le Ffp2 e le Ffp3, “sono DPI appartenenti alla categoria III di rischio“. I distributori prima di rendere un Dpi disponibile nel mercato devono verificare che “rechi il marchio Ce, ia accompagnato dai documenti richiesti e dalle istruzioni in una lingua facilmente comprensibile ai consumatori. E infine che il produttore e l’importatore abbiano rispettato i requisiti“.