L’annunciata terza dose dei vaccini in Lombardia dovrà coprire una platea di circa 500mila persone. Si tratta delle nuove stime che prevedono di coinvolgere nuovamente nella campagna vaccinale le persone considerate più fragili dal punto di vista della salute. Si pensi, ad esempio, agli immunodepressi oppure a coloro che hanno sostenuto nella propria storia clinica un trapianto.
L’ok definitivo sulla nuova somministrazione è arrivato nella giornata di ieri da parte dell’Aifa. L’agenzia ha approvato all’unanimità la nuova somministrazione, così da salvaguardare coloro che in prossimità dell’autunno dovranno affrontare maggiori rischi. In base alle indicazioni della Commissione tecnico scientifica, si tratta di un provvedimento che punta a mantenere una efficace risposta immune.
Vaccini, come funzionerà la terza dose in Lombardia
La somministrazione della terza dose in Lombardia seguirà i principi decisi dall’Agenzia per il farmaco e dal Ministero della salute, pertanto avverrà una volta passati sei mesi dall’ultima somministrazione. L’opzione viene estesa anche agli anziani con più di 80 anni e ai soggetti che risultano ricoverati nelle RSA. Anche il personale medico e gli operatori sanitari potranno essere coinvolti, in base allo specifico rischio individuale.
Come già anticipato, la nostra Regione vedrà coinvolgere circa mezzo milione di persone. Si partirà dagli immunodepressi e dai trapiantati nel mese di settembre 2021. Entro dicembre si arriverà agli over 80 e a coloro che risiedono nelle RSA. A gennaio 2022 sarà invece il turno degli operatori sanitari esposti al rischio di contagio. Per questo nuovo passaggio, i vaccini scelti sono Pfizer e Moderna.
L’attesa della Regione: mancano le indicazioni del governo
Rispetto al piano appena esposto, servirà però avere il via libera da parte del governo. La Lombardia si è già preparata da tempo in merito alla possibilità di portare avanti una terza somministrazione dei vaccini. Dal punto di vista logistico, non sarà più indispensabile servirsi degli hub che attualmente vengono utilizzati per le prime due dosi.
L’idea è di creare degli hub più piccoli, anche considerando il numero più esiguo di persone coinvolte. Oltre a ciò, la Regione punta anche ad appoggiarsi a farmacie e medici di base per le somministrazioni. Nella pratica, la terza somministrazione dovrebbe risultare più snella e semplice anche dal punto di vista organizzativo.