Per Milano Top News intervistiamo Antonio Petrucci, giornalista professionista ex Gruppo Mediaset RTI, oggi freelance. Antonio ha pubblicato il racconto “Padel nostro”, che ha venduto in pochi mesi oltre 500 copie ed è stato presentato nella rassegna letteraria ‘Un caffè con l’autore’ nel Comune di Cassina de’ Pecchi. Il libro è inoltre inserito nella biblioteca comunale di nove Comuni fra Lombardia, Campania e Calabria.
Partiamo dal titolo del suo libro: il padel è uno sport che sta diventando sempre più praticato in Italia. Com’è nata l’idea di utilizzarlo per la base di scrittura di un racconto?
L’idea mi è venuta durante il lockdown, quando ancora questo sport non era così in voga. Non si tratta di un vero testo di narrativa sportiva, ma il padel è presente come sfida che il protagonista raccoglie, decidendo di gestire un centro sportivo in cui puntare forte su questo sport.
Quando ha cominciato a lavorare sul testo e quali sono state le principali difficoltà che ha incontrato? Può raccontare qualche aneddoto sulla stesura del libro?
La principale difficoltà è stata quella di creare distacco fra me e la storia, che pur partendo da alcuni aspetti autobiografici volevo si sviluppasse in un modo autonomo, scevro da condizionamenti e preconcetti personali. Come aneddoto particolare ricordo che durante la stesura del capitolo in cui parlo dell’aborto, ho risentito l’amica che l’aveva vissuto in prima persona e da cui ho tratto ispirazione.
Ci sono elementi autobiografici all’interno del testo e dove ha trovato gli spunti per gli episodi che si susseguono all’interno del racconto?
Sì come detto ci sono elementi autobiografici nel testo, ovviamente rivisitati e mescolati a episodi di pura fantasia.
Può raccontare ai nostri lettori qual è lo stato di sviluppo del padel nel milanese e più in particolare all’interno della nostra Regione?
La Lombardia dopo il Lazio è la regione con più campi e centri sportivi, e fra le più attive in termini di giocatori e appassionati. Credo che il prossimo passo per crescere per l’intero movimento regionale sarebbe ospitare una tappa del World Padel Tour.
Il suo romanzo è uscito in un momento storico particolare per lo sport nel nostro Paese, viste le conseguenze nel settore della grave crisi dettata dalla pandemia: quale messaggio ha voluto lanciare con questa pubblicazione?
Il mio messaggio non solo per il mondo dello sport è quello di rimettersi in gioco. È un bisogno naturale che abbiamo tutti, quello di provare a realizzare i nostri progetti, concretizzare i nostri sogni o almeno provarci. Solo così possiamo sentirci vivi e soddisfatti.
Lei si occupa di sport da molti anni. Il suo libro mette in risalto il coraggio di sapersi rimettere in gioco davanti alle difficoltà della vita. Cosa può apprendere, a suo parere, il settore dello sport dal difficile momento che abbiamo vissuto in questo periodo e quali sono gli spunti da seguire per superare le difficoltà seguite alla pandemia?
Io credo che la partecipazione del pubblico, il bisogno di lavorare per creare spettacolo ed emozione mettendo al centro di tutto lo spettatore sia fondamentale. Lo si è capito durante il lockdown, con palazzetti e stadi vuoti. Anche gli atleti senza il tifo rendono meno. Dunque mi auguro che si ricordi sempre questo aspetto, e non si dia spazio solo agli atleti influencer, ma si lavori per famiglie e bambini che sono il motore di ogni movimento sportivo.